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Pannelli e Via Crucis per la chiesa di Concordia sulla Secchia

Contribuire alla realizzazione di una nuova chiesa è sempre molto emozionante, lo è ancora di più se lo si fa nel segno del dono fraterno delle proprie competente intellettuali e artigianali.

 

L’idea che ha animato la progettazione in particolare della cappella del Santissimo Sacramento è stata quella di comunicare la centralità del tabernacolo “cuore vivente di ciascuna chiesa” (Paolo VI). Il progetto quindi, si poneva l’ambizioso obiettivo di comunicare la presenza di Gesù tra noi attraverso l’arte e l’architettura nel contesto della nuova chiesa, integrando parti provenienti dalla chiesa terremotata. In questo senso si è inteso l’utilizzo di alcuni accorgimenti architettonici, di particolari materiali e di colori specifici fortemente significativi per richiamare l’attenzione del cristiano su Gesù, che non è soltanto oggetto della fede, ma, come dice la Lettera agli Ebrei, è «Colui che dà origine alla fede e la porta a compimento» (12,2). La pala alle spalle del tabernacolo intende chiaramente rimandare, per somiglianza di forme e colori, alla cappella della vecchia chiesa. In modo particolare i colori trasmettono messaggi ben precisi ed evidenti: il rosso, che è il colore più stimolante e coinvolgente di tutto lo spettro, simbolo della regalità divina e allo stesso tempo della passione di Cristo e simbolo eucaristico, è stato utilizzato in migliaia di piccole tessere di vetro per comporre il mosaico dello sfondo, chiaro riferimento alla Chiesa che nella sua molteplicità puntualizza la dimensione comunitaria e l’unità mistica con Cristo. L’oro vuole invece richiamare la purezza e la perfezione della santità alla quale non c’è altra via se non sotto il segno della Croce di Cristo. La croce è stata realizzata con la tecnica della doratura “a guazzo” con foglia d’oro zecchino applicata su una superficie precedentemente ingessata, levigata e ricoperta da bolo giallo. Infine l’oro è stato brunito. L’intera opera vuole essere molto leggera alla vista ma allo stesso tempo sollecitare l’attenzione dei fedeli rispettando l’intero contesto architettonico della nuova chiesa. Infatti, in accordo con essa, l’intera struttura dell’opera e alcune sue parti visibili sono state realizzate in legno di larice. Il basamento si apre a fiore e termina con la mensola sulla quale poggia il tabernacolo in marmo recuperato dall’antica chiesa, unico oggetto in marmo che rappresenta la chiave di volta, la “pietra angolare” di tutta l’opera. Sul bordo della mensola, si è voluto ulteriormente richiamare l’attenzione sulla concreta presenza di Gesù, attraverso una scritta rossa su fondo dorato, utilizzando le parole dell’evangelista Giovanni nel prologo del suo vangelo: “ET VERBUM CARO FACTUM EST ET HABITAVIT IN NOBIS”. La scritta è stata intagliata e dipinta di rosso, mentre il fondo è stato dorato “a missione” con l’utilizzo dell’apposito mordente e dell’oro zecchino. È evidente quindi la forte intenzione di trasmettere qualcosa in maniera molto chiara a tutti: prendiamo seriamente l’incarnazione del Signore, che è vivo e presente in quel Pane custodito nel tabernacolo. Un’opera in una chiesa non può non comunicare evidentemente le realtà della nostra fede. Per la cappella della Madonna del Rosario, si è voluto procedere nelle forme e nei materiali in maniera speculare alla cappella del Santissimo in armonia con l’equilibrio architettonico della struttura della chiesa. Anche in questo caso si tratta di un pannello in legno di larice rivestito da un mosaico con tessere in vetro di colore blu. Tuttavia è chiaro in questo caso il riferimento allo stile delle Icone e dell’arte bizantina. Infatti, ciò che il Vangelo ci dice con le parole, l’iconografia dell’opera lo annuncia con i colori e lo rende presente con le immagini. In questo senso l’icona diventa la visualizzazione del mistero che viene celebrato attraverso il suo linguaggio di bellezza. Lo sfondo blu, colore della trascendenza per tutto ciò che è terrestre e sensibile, indica l’umanità di Maria che tuttavia è anche la Theotòkos (Madre di Dio) come viene puntualizzato con le lettere greche MP OY (iniziali di MHTHP OEOY) realizzate in mosaico rosso. Allo stesso modo le lettere IC XC al lato del Bambino sono le iniziali del greco Ἰησοῦς Χριστός (Iesous Christos). Infine la stella ad otto punte, realizzata anch’essa tramite la tecnica della doratura “a guazzo” con oro zecchino su bolo giallo, è un attributo prettamente mariano: simbolo di perfezione e splendore e allo stesso tempo di illuminazione, sapienza e predilezione da parte di Dio. Maria è la stella polare della nostra fede, seguire Lei, significa seguire Gesù. Pannelli realizzati da Francesco Marchese e Alberto Macherelli, con la collaborazione di Monica Ricci e la supervisione di Gabriele Maselli, presso la ditta Leonardo Rulli. Via Crucis realizzata da Fernando Chidoncha, Shana Smith e Fr. Samantha. Sacred Art School Firenze Novembre 2013 Foto: Alberto Macherelli Ph.

Paola PetrosinoPannelli e Via Crucis per la chiesa di Concordia sulla Secchia
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